Lotta contro la contraffazione alimentare
14/07/2010
All'estero sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro. Un fenomeno che frena la diffusione del Made in Italy e che causa di danni economici, ma anche di immagine. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili.
Il parlarsi addosso ed il sentirsi “traditi” nell’orgoglio patrio sembra viziare sempre piú spesso la maniera di esprimersi degli italiani. In epoca di vacanze e viaggi all’estero, durante quelle brevi uscite dall’ombra del campanile, sempre piú frequentemente veniamo a contatto con realtá che effettivamente ed economicamente sfruttano il nome e la fama del made in Italy.
Spero sinceramente che ogni italiano si senta indignato come me quando, praticamente in ogni angolo del globo, si trova di fronte a ristoranti, prodotti, esperienze che scimiottano ed evocano una italianitá che nulla a che fare con il nostro paese.
Di fronte a questa evidenza le colpe e le rivendicazioni non devono essere sempre caricate al politico di turno od all’inefficenza del sistema paese perché, in onore alla veritá, ci sono fior fiore di istituzioni, gruppi di opinione, associazioni ed organizzazione che da anno lottano contro le contraffazioni e gli abusi.
Questi enti spesso si ritrovano ad agire contro campagne di diffamazione di dimensioni titaniche o ad affrontare lunghissime e costosissime procedure legali e penali e ció nonostante agiscono, contro venti e maree, per ottenere vittorie che devono essere intese a favore e difesa di un bene comune. Queste voci “silenziose”, che operano spesso nell’anonimato di cause e progetti che non vengono riconosciuti per il valore cercano di protegger,e sono gli angeli custodi che a breve ma sempre piú spesso a lungo termine portano a casa vittorie in battaglie che non vengono riconosciute e che semplicemente “non vendono”. Ma quando diamo un valore economico ai danni che la nostra produzione alimentare allora il campanello d’allarme suona forte e stridente.
Pochi giorni da é stata celebrata la “Giornata Nazionale dell’Anticontraffazione”...qualcuno lo sapeva? Ebbene, le nostre vilipese istituzioni erano tutte in campo: Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione del Ministero dello Sviluppo Economico, Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio e del Ministero degli Affari Esteri, Confindustria, Coldiretti. Perché? Perché il falso Made in Italy alimentare in Italia e all’estero vale circa 60 miliardi di euro.
La pirateria internazionale utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la penisola, ma anche con l’utilizzo a livello nazionale di materie prime importate da vendere come italiane per la mancanza dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta.All'estero sono falsi tre prodotti alimentari di tipo italiano su quattro.
Un fenomeno che frena la diffusione del Made in Italy e che causa di danni economici, ma anche di immagine. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso Made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici e inimitabili.
Combattere falsificazioni e frodi agroalimentari è pertanto un’urgenza prioritaria di chi ha a cuore le sorti dei prodotti “Made in Italy”.Ed ognuno di noi ha il dovere di prestare attenzione alla spesa che fa. É semplice: leggere le etichette, cercare il logo delle denominazioni, evitare prodotti di origine sconosciuta.
Con la nostra spesa quotidiana possiamo combattere personalmente ed attivamente il furto che si perpetua sulle capacitá produttive e sui prodotti di eccellenza del nostro paese.