Cibo 2.0

28/04/2015



Cibo 2.0: nuovi trend alimentari e forme di comunicazione. Ne parlano la Dott.ssa Elena Cadel, psicologa della comunicazione e Lapo De Carlo.
L'alimentazione nell'era di Internet. A La Casa di Alti Formaggi si parla di cibo 2.0.
Oggi andiamo ad affrontare un tema un po' diverso che lambisce un po' l'aspetto psicologico e tocca quello del cibo. Cibo e internet.
Esistono diverse persone ormai che fotografano il cibo.
Perchè una persona sente l'esigenza di cucinarsi magari il vitel tonné o di fare una splendida insalata o una semplice cotoletta e di fotografarla e soprattutto di condividerla?
Perchè si fotografa un cibo innanzitutto?
Perchè come ben sanno i frequentatori de La Casa di Alti Formaggi, abituati alle analisi sensoriali, un cibo si gusta con tutti e 5 sensi.

Vista e olfatto hanno un'importanza incredibile su tutti gli aspetti dell'alimentazione. E' il cosiddetto “seafood”, è un gioco di parole in inglese per cui “sea” come mare ma see anche come vista. Quindi “cibo visto” è una cosa importantissima.
Guardare immagini di cibo per stimolare l’appetito, il desiderio di consumo non è una cosa necessariamente patologica. Nel momento in cui non ci si può liberare dal bisogno di guardare e osservare allora cominciamo ad avere dei problemi, non c’è una cosa che in assoluto è il bene o il male ma è l’utilizzo dello stesso o meglio il grado di utilizzo dello stesso che fa sì che si sfori il confine fra normalità e patologia.

Alcuni comportamenti anomali e ossessivi si possono già osservare sui social network.
Io prima di venire qui guardavo una ragazza su Facebook e ho visto che non c’era la sua foto, c’erano solo immagini di cibo, la sua immagine di profilo che dovrebbe rappresentarla era sostituita da un’immagine di un tiramisù.

L’ultima novità che il web ci propone ha un nome esotico e si chiama Muk-bang ed è nato principalmente nel sud della Corea, con una sorta di comportamento che ricorda molto il voyeurismo alimentare.
Ci sono persone che all’ora di cena si siedono con porzioni industriali di cibo da asporto e mangiano davanti ad una webcam. Questa webcam trasmette al canale e c’è gente che paga per guardare della gente che mangia. Una ragazza è arrivata a guadagnare dai 7.000 ai 10.000 euro al mese.
Questa pratica non è scevra di pericoli per la salute psico-fisica e non solo per chi si sottopone a tale performance ma anche per il pubblico. Il giudizio dell’esperta.
Questo si intende per pornografia alimentare: spettatori che pagano e traggono piacere dal vedere persone che mangiano quantità industriali di cibo con implicazioni importanti soprattutto per quanto riguarda la salute.
Se è vero che l’occhio non paga il dazio, guardando il cibo non è mai ingrassato nessuno, è anche vero che il pensiero costante riferito ad un certo tipo di alimento ci porta a consumarne in maniera maggiore.

 

Caratteristiche del Food-Porn (pornografia alimentare):
- Il cibo deve essere presentato a regola d’arte ed essere appetibile.
- La fotografia della pietanza testimonia l’esistenza del piatto, ne serba il ricordo e installa il desiderio.
- La condivisione dell’immagine sui principali social media, con il nome del piatto e una breve descrizione (Pinterest, Foodspotting, Facebook, Instagram, Twitter, Foursquare, Evernotefood e Tumblr).
- La ri-condivisione dei piatti e i commenti di apprezzamento.
Comunicazione e alimentazione: esame di alcuni modelli di comunicazione alimentare sul web ed implicazioni sulla popolazione, con Lapo de Carlo e la Dott.ssa Elena Cadel.

I temi dell'incontro:
  • Descrizione dei nuovi fenomeni mediatici relativi all’alimentazione
  • Spiegazione delle implicazione per la salute
  • Presentazione delle strategie per migliorare l’alimentazione utilizzando i nuovi media
Quando si pensa al cibo 2.0 sono due le cose che appaio subito alla mente: gli alimenti del futuro e la pornografia alimentare. Entrambi sono oggetto di grandi dibattiti, a tutti i livelli, in quanto rappresentano una sfida per la salute degli individui. 

Il primo fenomeno, il cosiddetto cibo di “Frankenstein”, riguarda tutti quegli alimenti che nascono da sofisticati incroci tra ingegneria e gastronomia. Non si parla soltanto degli OGM ma di un uso sofisticato della scienza e delle tecnologie, unito alla qualità degli elementi, tradizionali e genuini, per proporre cibi che sono dei veri e propri strumenti di risanamento. Tuttavia, a controbilanciare questa “medicalizzazione del cibo”, l’industria spinge anche verso la ricerca del piacere e della multisensorialità gastronomica.

In particolare, l’avvento della tecnologia, soprattutto quella informatica, ha portato alla diffusione della cosiddetta pornografia alimentare.
Questo termine si riferisce ad immagini, ferme o in movimento, distribuite sui vari media, dai classici libri di cucina, riviste e programmi tv, alle cosiddette piattaforme digitali e sociali come Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, etc. Per quanto il termine faccia allusione ad aspetti sessuali, la pornografia alimentare assume una connotazione più positiva, legata al desiderio, e che ha origine nel benessere diffuso e nella progressiva scomparsa di lunghi periodi di carestie, che hanno aumentato il carattere edonico ed individuale del cibo. Questo lo si vede, per esempio, dall’aumento dei piccoli vizi e dei gesti di indulgenza verso se stessi.
Come nella pornografia, il piacere e la tentazione devono essere soprattutto evocati, senza mai essere mai essere completamente soddisfatti. In questo senso, come ben sottolinea Maura Franchi, si parla di esperienze di “cibo bonsai”, che sollecitano il gusto senza soddisfarlo appieno.

Le immagini alimentari sono ovunque e questa sovraesposizione al piacere finisce per influenzare i nostri meccanismi di fame e di sazietà, portando la fame ad un desiderio che trascende il nutrimento. Non solo, questa ricerca del piacere può condurre a situazione estreme e negative, come il fenomeno del craving, una voglia tanto irrefrenabile da assomigliare alla dipendenza.

Quest’esigenza impellente non dipende unicamente dai processi chimico-farmacologici ma dal consumo emozionale degli alimenti. Per fortuna, gli stessi meccanismi che conducono a comportamenti che possono mettere a repentaglio la nostra salute possono essere utilizzati per salvaguardala. In questo senso, è possibile utilizzare le strategie comunicative più conosciute per incrementare la scelta di cibi salutari ed avvicinare, o appassionare, la gente alla cucina.  
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Lapo De Carlo - Giornalista
Lapo De Carlo - Giornalista

Giornalista e conduttore radiofonico, tra i suoi tanti progetti Lapo de Carlo ha collaborato con la Mondadori scrivendo per le riviste Cosmopolitan e Donna Moderna.