Taleggio e Casanova
Taleggio, formaggio lodato dal Casanova
... il quale abbinava alla sua passione per il gentil sesso anche quella della cucina, in primo luogo dei formaggi.
Nel 1763 Giacomo Casanova è ospite degli Attendolo Bolognini a S.Angelo Lodigiano. L'ospitalità ha inizio nel mese di Gennaio. Sotto il nome di "Cavaliere di Seingalt" pseudonimo che Casanova predilige tra i suoi molti, il poliedrico personaggio asserisce, in più occasioni, di doversi fermare nel lodigiano proprio perché è in fase di redazione di una imponente "Enciclopedia dei Formaggi" in cui ha inserito con grande rilievo il nostro Taleggio.
Citerà questo fatto e questa lunga ospitalità presso gli Attendolo Bolognini anche nelle sue "Memorie", nelle quali descrive una passione amorosa per una fanciulla di questa casata e i pranzi gustati presso gli ospiti.
Da S. Angelo Lodigiano Casanova riparte il 20 Marzo 1763. Non si sa più nulla della sua opera editoriale sui formaggi e si ritiene che Casanova avesse poi abbandonato l'impresa.
Ma nel periodo in cui riceve ospitalità a S.Angelo, egli visita le zone di produzione del Taleggio, ne loda qualità, profumo, consistenza e raffinatezza. Questa notizia ci viene dal Bascapé, in "Sant'Angelo Lodigiano - 1981 - a cura de la pro-loco di S.Angelo".
E' intanto mutato il panorama economico della zona: molti piccoli casari hanno ingrandito la loro produzione. Esiste sempre in Lodi e in Sant'Angelo un importantissimo mercato in cui il formaggio fa da re e la potenzialità del bestiame è aumentata notevolmente.
Proprio a questo titolo, da rilevazioni compiute nel 1807 nei cinque distretti lombardi in cui è compresa la zona di altipiano, si può constatare che le vacche da latte sono la parte più rilevante dell'intero patrimonio zootecnico (18 mila capi!) e rappresentano da sole il 49%: sono destinate tutte alla produzione di latte per il rifornimento di piccoli caseifici, che sono pur sempre a carattere prettamente famigliare.
A fare da sfondo e da spiegazione a questi mutamenti nei rapporti economici e sociali, non basta la congiuntura favorevole ed il generale miglioramento delle attività agricole. La popolazione è aumentata notevolmente, il livello di vita è migliorato e nonostante l'inurbamento, la campagna dà ancora alti redditi, e riceve costantemente richieste di prodotti da convogliare nelle città.
Il patrimonio bovino tende quindi ad aumentare notevolmente, da un lato per la maggior richiesta di carni e dall'altro per l'uso abbondante di formaggi, nutrientissimi e ideale sostituto alla carne, che appare ancora raramente sulle mense della popolazione.
Il rapporto è solitamente di un pasto di carne la settimana (ma anche più raramente) contro pasti in cui il formaggio è "piatto forte".
Il patrimonio bovino aumenterà per tutto il 1800, come è rilevato dai dati riguardanti l'ultimo quarto di secolo e gli inizi del Novecento. La consistenza di questo patrimonio e in particolare delle vacche da latte, indispensabili alle lavorazioni casearie, viene dimostrato dal Censimento effettuato dal Ministero dell'Agricoltura - Censimento generale del Bestiame del 1908 - (Maldifassi "Appunti sulla statistica del bestiame nella provincia di Milano" - 1882 - e Serpieri "il contratto agrario" - 1910 - ).